Cassazione penale Sez. V sentenza n. 45857 del 23 novembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:45857PEN

Massima

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Il reato di ingiuria, di cui all'art. 594 c.p., è configurabile quando l'imputato pronuncia espressioni offensive e lesive della reputazione altrui, anche se sussurrate, purché percepite dalle persone offese e da testimoni presenti. L'attendibilità delle dichiarazioni delle parti offese e dei testimoni, valutata nel complesso degli elementi circostanziali, può fondare la responsabilità penale dell'imputato, senza che assumano rilievo eventuali contraddizioni o incongruenze marginali. Il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche richiede la specifica indicazione, da parte della difesa, di elementi concreti che incidano sulla capacità a delinquere dell'imputato o sull'entità del fatto, non essendo sufficiente il riferimento generico alla non eccessiva gravità del reato o all'incensuratezza dell'imputato. La liquidazione del danno morale subito dalle parti civili, in misura contenuta ma proporzionata alla sofferenza patita, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione non è sindacabile in sede di legittimità se congrua e logica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 29/09/2011 del Tribunale di Pistoia;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Carlo Zaza;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. D'Angelo Giovanni, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito per l'imputato l'avv. (O…

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