Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8369 del 20 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:8369PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La causa di non punibilità prevista dall'art. 599, comma 2, c.p. (provocazione) può essere riconosciuta quando l'espressione ingiuriosa sia stata provocata da un comportamento ingiusto della persona offesa, purché tale comportamento sia stato tale da suscitare nell'agente uno stato d'ira e una reazione esasperata. Tuttavia, la motivazione della sentenza deve esaminare in modo approfondito e logico le specifiche ragioni addotte dalla parte appellante in merito alla sussistenza o meno della provocazione, senza limitarsi ad una mera adesione alle conclusioni del primo giudice. Inoltre, nel valutare la sussistenza della minaccia, il giudice deve tenere conto di tutti gli elementi di fatto, come il contesto in cui la frase minacciosa è stata pronunciata e gli eventuali gesti accompagnatori, al fine di accertare se essa esprima effettivamente l'intenzione di far valere le proprie ragioni nelle sedi competenti oppure abbia un contenuto intimidatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - rel. Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS) P.C.;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 9/2009 TRIBUNALE di VIBO VALENTIA, del 12/04/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 29/01/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIETRO DUBOLINO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Volpe Giuseppe, che ha concluso per L'inammissibilita'

udito, per la parte civile, del ricor…

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