Consiglio di Stato sentenza n. 9875 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:9875SENT

Massima

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Il provvedimento sanzionatorio di demolizione di opere edilizie abusive, adottato dall'amministrazione comunale ai sensi degli artt. 31 del d.p.r. n. 380/2001 e 13 della l.r. n. 23/2004, è legittimo qualora le opere realizzate, considerate nel loro complesso e non in maniera atomistica, configurino una "difformità totale" rispetto al titolo edilizio originariamente rilasciato, in quanto la valutazione dell'abuso edilizio presuppone una visione complessiva delle opere realizzate e del loro impatto sul territorio, senza che rilevi il frazionamento dei singoli interventi. Pertanto, l'ampliamento di un fabbricato esistente, la realizzazione di un manufatto accessorio e di un portico, pur se di modeste dimensioni, integrano una difformità totale rispetto al titolo edilizio originario, in quanto comportano un consistente aumento di superficie utile e di volumetria, tali da richiedere il rilascio di un nuovo permesso di costruire. Inoltre, il procedimento semplificato di variante urbanistica previsto dall'art. 8 del d.p.r. n. 160/2010 non è applicabile al fine di sanare opere edilizie già realizzate abusivamente, essendo tale procedura finalizzata esclusivamente all'individuazione di nuove aree destinate all'insediamento di impianti produttivi e non anche alla sanatoria di interventi già eseguiti in assenza del prescritto titolo edilizio. Infine, l'amministrazione non è tenuta a una puntuale e analitica confutazione delle osservazioni presentate dal privato a seguito della comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza, essendo sufficiente una motivazione complessiva e logica del provvedimento finale di diniego.

Sentenza completa

Pubblicato il 17/11/2023

N. 09875/2023REG.PROV.COLL.

N. 08839/2020 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 8839 del 2020, proposto da
((omissis)) e ((omissis)), rappresentati e difesi dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Comune di Rimini, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Roma, via Alberico II, n. 33;

per la riforma

della sentenza del Tar per l’((omissis)), Sezione Prima, n. 147/2020 resa tra le parti.

Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;

Visto …

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