Cassazione penale Sez. V sentenza n. 46314 del 16 dicembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:46314PEN

Massima

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Il giudice, nell'ambito del rito speciale di applicazione della pena su richiesta delle parti ex art. 444 c.p.p., è tenuto esclusivamente a verificare la qualificazione giuridica del reato, l'applicazione e la comparazione delle circostanze, nonché il computo della pena concordata, senza poter sindacare la configurabilità del medesimo disegno criminoso, essendo preclusa alle parti qualsiasi contestazione in tal senso all'esito della pronuncia. Pertanto, il giudice non può rifiutare di applicare la pena concordata, salvo che ritenga ingiustificata la qualificazione o incongrua la proposta, potendo in tal caso rigettare la richiesta. Inoltre, il giudice è vincolato alla verifica della sola legittimità formale dell'accordo, senza poter entrare nel merito delle valutazioni compiute dalle parti in sede di negoziazione della pena, anche quando sia stato riconosciuto il vincolo della continuazione tra più reati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. IACOBELLIS Marcello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE D'APPELLO di TRIESTE;

nei confronti di:

1) DI. BI. RO. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 11/03/2005 TRIBUNALE di UDINE;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. IACOBELLIS MARCELLO;

lette/sentite le conclusioni del P.G. Dr. Meloni che ha concluso per l'inammissibilita' delle impugnazioni proposte.

SVOLGIMENTO DEL PROC…

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