Cassazione penale Sez. I sentenza n. 52950 del 19 dicembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:52950PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'attenuante della provocazione, che presuppone uno stato d'ira incontenibile che provoca nell'agente la perdita dei poteri di autocontrollo, non può essere riconosciuta quando il movente del reato è il rancore e l'odio accumulati dall'imputato nei confronti della vittima, anche in presenza di precedenti vessazioni, e la reazione è sproporzionata rispetto all'offesa subita, come nel caso in cui l'imputato abbia agito in modo premeditato e proditorio. Nella determinazione della pena, il giudice deve valutare globalmente le circostanze del fatto, tenendo conto sia delle condizioni personali e sociali dell'imputato, sia della gravità del reato e delle modalità di esecuzione, nonché del suo comportamento processuale, senza che la concessione delle attenuanti generiche debba necessariamente avvenire nella massima estensione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. CAIAZZO Luigi Piet - rel. Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S. - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 26/2012 CORTE ASSISE APPELLO di ROMA, del 05/02/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 25/06/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUIGI PIETRO CAIAZZO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Iacoviello Francesco Mauro, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

udito il difensore avv. (OMISSIS).

RILEVATO IN FATTO

Con sentenza in…

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