Il comportamento dell'avvocato che, nell'ambito di un'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe assicurative mediante la fabbricazione di falsi sinistri stradali, attesta falsamente l'autenticità di sottoscrizioni di soggetti che non gli avevano conferito alcun mandato e produce documentazione assicurativa e medica parimenti falsa, integra gravi violazioni deontologiche che giustificano l'irrogazione della sanzione disciplinare della sospensione dall'esercizio della professione. Il giudice disciplinare, nel valutare la condotta dell'avvocato, può fondare il proprio accertamento sulle risultanze del procedimento penale, ivi comprese le intercettazioni telefoniche che dimostrino il coinvolgimento dell'avvocato nella costruzione delle dinamiche dei falsi sinistri. Il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione sulle decisioni del Consiglio Nazionale Forense in materia disciplinare è limitato all'accertamento di eventuali vizi di incompetenza, eccesso di potere e violazione di legge, nonché all'eventuale riscontro di anomalie motivazionali costituenti violazione di legge costituzionalmente rilevante, senza possibilità di rivalutare il merito delle valutazioni compiute dal giudice disciplinare in ordine all'accertamento dei fatti e all'adeguatezza della sanzione irrogata.