Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 2707 del 21 gennaio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:2707PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, nell'esercizio delle proprie funzioni, accetti o riceva, direttamente o indirettamente, denaro o altra utilità non dovuta, al fine di compiere o omettere atti del proprio ufficio, in violazione dei doveri di imparzialità e fedeltà, integra il reato di corruzione propria, a prescindere dalla specifica individuazione dell'atto oggetto dell'accordo illecito, essendo sufficiente che l'atto rientri nelle competenze dell'ufficio e vi sia la possibilità di ingerenza, anche di mero fatto, da parte del pubblico agente. Tuttavia, la mera valutazione e ricostruzione delle risultanze probatorie, in assenza di gravi vizi logici o contraddittorietà nella motivazione, è preclusa al giudice di legittimità, il quale deve limitarsi a verificare la correttezza del discorso giustificativo della decisione impugnata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco Pao - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. DOGLIOTTI Massimo - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore della Repubblica di Verona;

avverso la sentenza di proscioglimento, pronunciata all'esito dell'udienza preliminare, ex articolo 129 e 425 c.p.p., in data 14 marzo 2007, del G.U.P. presso il Tribunale di Verona (s.n. 208/2007);

nei confronti di:

BE. MO. nata il (OMESSO) (posizione stralciata all'udienza del 14 maggio 2008) nonche' AG. RO. EN. + 119, con la formula perche' il …

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