Consiglio di Stato sentenza n. 6178 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:6178SENT

Massima

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L'ordine di demolizione di opere edilizie abusive costituisce un provvedimento vincolato e doveroso per l'amministrazione, non richiedendo una specifica motivazione in ordine alla comparazione tra l'interesse pubblico al ripristino della legalità violata e gli interessi privati coinvolti. Tale provvedimento, infatti, è ancorato al mero riscontro della realizzazione di interventi edilizi privi del previo titolo abilitativo necessario, senza che rilevi il decorso del tempo dalla loro esecuzione o il fatto che il proprietario attuale non sia responsabile dell'abuso. L'amministrazione, pertanto, non è tenuta a valutare l'eventuale affidamento maturato dal privato nella legittimità della propria condotta, né a ponderare le ragioni di pubblico interesse sottese all'ordine di demolizione, essendo tale bilanciamento già compiuto a monte dal legislatore. Conseguentemente, l'ordine di demolizione di opere abusive è sufficientemente motivato con la sola indicazione della natura abusiva degli interventi e delle relative caratteristiche costruttive, senza che sia necessario un approfondimento istruttorio o una specifica motivazione in ordine alla sussistenza di un interesse pubblico concreto ed attuale alla rimozione dell'abuso. Inoltre, trattandosi di un provvedimento vincolato, l'amministrazione non è tenuta a comunicare l'avvio del procedimento al privato, in quanto la sua partecipazione non potrebbe comunque determinare un esito diverso del procedimento. Infine, il mero decorso del tempo dalla realizzazione dell'abuso non è idoneo a far sorgere in capo al privato un affidamento meritevole di tutela nella conservazione della situazione di fatto abusiva, non essendo tale circostanza sufficiente a sanare la violazione della normativa edilizia.

Sentenza completa

Pubblicato il 23/06/2023

N. 06178/2023REG.PROV.COLL.

N. 03717/2021 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 3717 del 2021, proposto dalla signora Livia Guardabascio, rappresentata e difesa dall’avvocato Federica Esposito, con domicilio digitale come da PEC da Registri di giustizia e domicilio eletto in Roma, via degli Avignonesi, n. 5;

contro

il Comune di Napoli, in persona del Sindaco
pro tempore
, rappresentato e difeso dagli avvocati Andrea Camarda, Antonio Andreottola e Gabriele Romano, con domicilio digitale come da PEC da Registri di giustizia ed elettivamente domiciliato presso lo Studio Legale Leone in Roma, via Appennini, n.46;

per la riforma

della sentenza del Tribunale amministrativo regiona…

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