Il vincolo di tutela imposto su una via pubblica di interesse storico-artistico, ai sensi dell'art. 10, comma 4, lett. g) del d.lgs. n. 42/2004, è legittimo e non può essere contestato in modo generico sulla base della mera asserzione che l'occupazione di suolo pubblico con arredi a servizio di locali commerciali non sia lesiva dell'interesse protetto. L'apposizione di tale vincolo rientra nella discrezionalità tecnica della Soprintendenza competente, sindacabile solo per vizi estrinseci come difetto di motivazione, illogicità manifesta o errore di fatto, non ravvisabili nel caso di specie. Pertanto, il diniego di concessione per l'occupazione di suolo pubblico e l'ordine di rimozione di un'occupazione abusiva in tale area tutelata sono atti consequenziali e legittimi, non potendo l'occupazione del suolo pubblico avvenire sine titulo, a prescindere da eventuali disparità di trattamento con altri esercizi. La tutela del bene culturale prevaleva sull'interesse del privato all'occupazione del suolo pubblico, non essendo sufficiente a superare il vincolo la mera asserzione che tale occupazione non sia lesiva.