Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10379 del 6 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:10379PEN

Massima

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Il linguaggio offensivo e minaccioso, anche se espresso in un contesto di relazioni interpersonali, può integrare il reato di ingiuria e minaccia, in quanto idoneo a ledere l'onore e la reputazione della persona offesa. Il giudice di merito ha il potere di valutare la concreta portata offensiva delle espressioni utilizzate, sulla base di un'adeguata motivazione che tenga conto del contesto in cui si sono verificati i fatti. Tale valutazione è incensurabile in sede di legittimità, salvo vizi logici o lacune motivazionali. Inoltre, il giudice di appello è tenuto a esaminare e giustificare in modo esauriente le ragioni che lo hanno condotto a ritenere attendibili i testimoni di accusa e non quelli a discarico, senza incorrere in carenze motivazionali. La condanna dell'imputato al pagamento delle spese processuali consegue al rigetto del ricorso per cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luig - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacom - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Anton - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. NA. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 06/03/2008 TRIBUNALE di LA SPEZIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. SANDRELLI GIAN GIACOMO.

IN FATTO

CA.Na. impugna in Cassazione la sentenza del Tribunale di La Spezia che, decidendo quale giudice di appello, ha confermato in data 6.3.2008, la pronuncia di conda…

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