Cassazione penale Sez. I sentenza n. 23309 del 29 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:23309PEN

Massima

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Il tentato omicidio premeditato si configura quando l'agente, con condotta idonea e univocamente diretta alla realizzazione del proposito omicidiario, cagiona lesioni potenzialmente letali alla vittima, pur senza raggiungere l'evento morte per cause fortuite. La premeditazione sussiste quando l'agente, dopo aver maturato una risoluzione criminosa ferma e irrevocabile, realizza la condotta delittuosa a distanza di tempo sufficiente a consentirgli di riflettere sulla decisione presa, senza che il prevalere di motivi inibitori abbia impedito l'attuazione del proposito criminoso. Tali elementi possono essere desunti dalle modalità della condotta, quali l'appostamento in attesa della vittima, l'utilizzo di un'arma idonea a cagionare la morte, il numero e la direzione dei colpi inferti, nonché dalle precedenti condotte di minaccia e violenza dell'agente nei confronti della vittima, che denotano la persistenza del proposito criminoso. Ove tali elementi siano logicamente e coerentemente ricostruiti sulla base delle risultanze istruttorie, il giudizio di merito non può essere sindacato in sede di legittimità, se non per vizi motivazionali di macroscopica evidenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. NOVIK ((omissis)) - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 4459/2013 CORTE APPELLO di MILANO 05/11/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/02/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MAGI RAFFAELLO

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. VIOLA ((omissis)), che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

Udito il difensore Avv. (OMISSIS), che ha chiesto il rigetto del ricorso.

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