Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23205 del 9 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:23205PEN

Massima

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Il diritto di critica e di denuncia di comportamenti irregolari o illeciti non può essere esercitato in modo tale da travalicarne i limiti, attraverso l'utilizzo di espressioni offensive e diffamatorie che, anziché sollecitare un doveroso controllo da parte degli organi competenti, costituiscono esse stesse pronunce di condanna senza le necessarie garanzie di difesa. L'esercizio di tale diritto deve pertanto mantenersi entro i confini di un corretto esercizio del diritto di critica, funzionale a ottenere un accertamento e una valutazione sul piano deontologico e penale, senza degenerare in manifestazioni di disistima e rancore personali. Ove tali limiti vengano superati, la condotta può integrare il reato di diffamazione, salvo che il reato non risulti estinto per intervenuta prescrizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. BEVERE Anton - rel. Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giaco - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) AB. VI. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 3225/2008 CORTE APPELLO di PALERMO, del 13/02/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 01/03/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. De Santis Fausto, che ha concluso per annullamento senza rinvio per prescrizione.

FATTO E DIRITTO

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