Cassazione penale Sez. V sentenza n. 3585 del 23 gennaio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:3585PEN

Massima

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Il reato associativo di cui all'art. 416 c.p. può essere integrato anche da una struttura organizzativa rudimentale, purché idonea a realizzare gli scopi criminosi, come nel caso di un gruppo di imprenditori che, avvalendosi di rapporti corruttivi con funzionari pubblici, introduceva in Italia ingenti quantità di prodotti industriali contraffatti o privi delle necessarie certificazioni, commercializzandoli su tutto il territorio nazionale. Ai fini della sussistenza delle esigenze cautelari di cui all'art. 274 c.p.p., è sufficiente che l'attività criminosa sia proseguita anche dopo i primi sequestri di merce irregolare, senza che sia necessario dimostrare l'identità della clientela, essendo il pericolo di reiterazione desumibile dal fatto che i sequestri si siano ripetuti nel tempo. La valutazione degli elementi probatori compiuta dai giudici di merito è incensurabile in sede di legittimità, se sorretta da motivazione immune da vizi logici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) D'. LU. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 23/04/2007 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARASCA GENNARO;

Udito il Pubblico Ministero in persona del Dott. SALZANO Francesco, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

La Corte di Cassazione:

OSSERVA

A D'. Lu. veniva applicata dal GIP presso il Tribunale di …

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