Cassazione penale Sez. V sentenza n. 4626 del 30 gennaio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:4626PEN

Massima

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Il reato di tentata estorsione è configurabile quando l'agente, pur non disponendo di elementi concreti sulla responsabilità delle persone offese per un fatto illecito precedente, agisce nella convinzione di esercitare una pretesa legittima, ma in realtà persegue finalità diverse, come l'affermazione del potere intimidatorio di un'associazione criminosa attraverso una giustizia privata speditiva ed esente dai vincoli garantistici di quella ordinaria. L'aggravante del metodo mafioso è ravvisabile quando la condotta estorsiva si caratterizza per modalità tipiche dell'agire di un sodalizio criminale, come il ricorso a minacce e percosse per imporre il pagamento di una somma arbitrariamente determinata, nonché quando le condotte violente successive si inseriscono in una reazione del gruppo criminoso volta a ristabilire la propria autorità nei confronti di chi ha osato contrastarne l'operatività. La partecipazione dell'indagato all'associazione mafiosa può essere desunta, oltre che dal concorso in reati specifici espressivi dell'operatività del sodalizio, anche dal ruolo di custode di disponibilità finanziarie del gruppo, accertato sulla base di convergenti elementi probatori, come intercettazioni telefoniche e riscontri investigativi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 03/05/2012 della Sezione del riesame del Tribunale di Messina;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott. SALZANO Francesco, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito per l'indagato l'avv. (OMISSIS), che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.

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