Cassazione penale Sez. III sentenza n. 41573 del 13 ottobre 2023

ECLI:IT:CASS:2023:41573PEN

Massima

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Il reato di pornografia minorile è un reato di danno, per cui non è necessaria la dimostrazione del pericolo concreto di diffusione del materiale prodotto, essendo tale pericolo insito nell'utilizzo di strumenti di comunicazione informatica. Pertanto, il tentativo di produzione di materiale pedopornografico è compatibile con la fattispecie, essendo sufficiente che l'agente abbia compiuto atti idonei, non perfezionatisi per cause indipendenti dalla sua volontà, a realizzare la condotta tipica, come l'invito rivolto al minore a compiere atti sessuali davanti alla webcam, l'esibizione delle proprie parti intime e il compimento di atti di autoerotismo, in presenza di un contesto organizzativo, anche embrionale, finalizzato alla diffusione del materiale. Il reato di adescamento di minorenni, invece, presuppone condotte prodromiche, come artifici, lusinghe o minacce volte a carpire la fiducia del minore, che non siano ancora sfociate nel tentativo o nella consumazione di reati a sfondo sessuale, mentre, una volta superata tale soglia, la condotta è riconducibile ai reati fine tentati o consumati. Infine, il reato di atti sessuali con minorenne non richiede necessariamente il contatto fisico diretto con la vittima, essendo sufficiente il coinvolgimento della sua corporeità sessuale, come nel caso in cui l'agente induca il minore a compiere atti di autoerotismo in sua presenza, anche a distanza, per soddisfare o eccitare il proprio istinto sessuale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SARNO Giulio - Presidente

Dott. GAI Emanuela - Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - rel. Consigliere

Dott. MAGRO Maria Beatrice - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza in data 16/12/2021 della Corte di appello di Bari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Ubalda Macri';
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale, Dr. Giordano Luigi, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con sentenza in data 16 dicembre 2021 la Corte di appello di Bari ha…

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