Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8313 del 29 febbraio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:8313PEN

Massima

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Le dichiarazioni della persona offesa, anche in assenza di altri riscontri probatori, possono costituire valido elemento di prova per l'affermazione della responsabilità penale dell'imputato, purché siano adeguatamente motivate in ordine alla credibilità soggettiva del dichiarante e all'attendibilità intrinseca del suo racconto. Il referto medico attestante le lesioni subite dalla vittima rappresenta un riscontro idoneo a corroborare la credibilità delle sue dichiarazioni, senza che sia necessario un riscontro ulteriore. Inoltre, il reato di minaccia si configura con la sola prospettazione di un pericolo di un male ingiusto, a prescindere dall'effettivo turbamento della vittima, essendo sufficiente l'attitudine della condotta a intimorire. Pertanto, la mancanza di un concreto stato di intimidazione in capo al soggetto passivo non esclude la sussistenza dell'elemento oggettivo del reato di minaccia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. MICHELI P. - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giusepp - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Catanzaro;
avverso la sentenza del Giudice di pace di Corigliano Calabro, emessa il 23/09/2014:all'esito del processo penale celebrato nei confronti di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. MICHELI Paolo;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. BIRRITTERI Luigi, che ha concluso c…

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