Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 38150 del 28 settembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:38150PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel procedimento di appello avverso provvedimenti in materia di misure cautelari personali, è tenuto a verificare la completezza e la logicità della motivazione del giudice del riesame, senza poter riesaminare nel merito gli elementi di fatto, la cui valutazione è riservata in via esclusiva al giudice di merito. Pertanto, la Corte di cassazione deve limitarsi a controllare che il giudice di appello abbia adeguatamente giustificato la permanenza dei presupposti di applicazione della misura cautelare, in relazione alle esigenze cautelari ex art. 274 c.p.p. e ai criteri di scelta della misura adottata ai sensi dell'art. 275 c.p.p., senza poter sindacare la rispondenza della motivazione alle acquisizioni processuali. L'omessa o tardiva trasmissione di atti al Tribunale del riesame non determina automaticamente la caducazione della misura, dovendo il giudice valutare la rilevanza degli elementi mancanti rispetto a quelli già acquisiti, i quali possono essere di per sé sufficienti a giustificare il mantenimento del vincolo cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. MANNINO Saverio Felice - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ta. Ro. , nato a (OMESSO), detenuto presso la Casa Circondariale di (OMESSO), avverso l'ordinanza emessa in sede di appello ex articolo 310 c.p.p. dal Tribunale del riesame di Venezia il 19 novembre 2008;

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LANZA Luigi;

Sentito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. STABILE Carmine che ha co…

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