Cassazione penale Sez. III sentenza n. 21653 del 16 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:21653PEN

Massima

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Il giudice, nel disporre la misura cautelare della custodia in carcere, deve indicare le specifiche ragioni per cui ritiene inidonea, nel caso concreto, la misura degli arresti domiciliari con le procedure di controllo di cui all'articolo 275-bis c.p.p., rafforzando l'onere motivazionale già previsto dall'articolo 292 c.p.p. La semplice possibilità di reiterazione dei reati della stessa specie di quelli in accertamento, anche dal domicilio, rende inidonea l'applicazione del braccialetto elettronico, che garantisce esclusivamente l'osservanza da parte dell'indagato della prescrizione di non allontanarsi dal luogo degli arresti domiciliari. Il giudice deve quindi fornire una motivazione adeguata e logica in ordine all'attualità e concretezza delle esigenze cautelari, nonché all'idoneità e proporzionalità della misura cautelare disposta, anche in relazione alle circostanze sopravvenute, come il decorso del tempo e l'assenza di emergenze concrete da cui dedurre il pericolo di recidiva e di fuga.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SAVANI Piero - Presidente

Dott. ROSI Elisabetta - Consigliere

Dott. SOCCI Angelo M. - rel. Consigliere

Dott. CERRONI Claudio - Consigliere

Dott. ZUNICA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 29/05/2017 del TRIB. LIBERTA' di L'AQUILA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANGELO MATTEO SOCCI;
sentite le conclusioni del PG Dr. GIOVANNI DI LEO: "Inammissibilita' del ricorso".
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di L'Aquila, sezione riesame, con ordinanza del 29 maggio 2017 ha rigettato l'appello di (OMISSIS) avverso l'ordinanza emessa dal Tribunale di Chieti, in data 14 febbraio 2017, con l…

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