Cassazione penale Sez. V sentenza n. 36125 del 27 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:36125PEN

Massima

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Il reato di diffamazione commesso attraverso più condotte, anche se non caratterizzate da un unitario disegno criminoso pianificato in precedenza, può essere ritenuto in continuazione ai sensi dell'art. 81 c.p., determinando un aumento di pena, purché le singole condotte siano caratterizzate da una connessione oggettiva e soggettiva tale da far ritenere la sussistenza di un medesimo contesto lesivo. Tuttavia, l'applicazione dell'istituto della continuazione, pur determinando un trattamento sanzionatorio più favorevole rispetto al cumulo materiale, non può essere richiesta per la prima volta in sede di legittimità, essendo necessario che la relativa doglianza sia stata tempestivamente proposta nei gradi di merito. Inoltre, il diniego dell'applicazione dell'istituto della particolare tenuità del fatto di cui all'art. 131-bis c.p. rientra nella valutazione discrezionale del giudice di merito, non sindacabile in sede di legittimità se adeguatamente motivato. Infine, la prescrizione del reato di diffamazione può essere sospesa ai sensi dell'art. 157 c.p. per un periodo massimo di 439 giorni, sicché il reato non risulta prescritto prima della pronuncia della sentenza impugnata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta - Consigliere

Dott. AMATORE Robert - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 27/10/2017 della CORTE APPELLO di PALERMO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. AMATORE ROBERTO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. GAETA PIETRO;
Il Proc. Gen. conclude per l'inammissibilita';
udito il difensore.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte di Appello di Palermo ha confermato la conda…

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