Cassazione penale Sez. I sentenza n. 32744 del 22 luglio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:32744PEN

Massima

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Il reato di porto di oggetti atti ad offendere, di cui all'art. 4 della L. n. 110 del 1975, richiede che l'oggetto posseduto abbia oggettiva adeguatezza ad offendere la persona in relazione alle circostanze di tempo e di luogo, non essendo sufficiente la mera classificazione dello strumento come "arma impropria". Il giudice di merito deve pertanto svolgere una specifica valutazione circa l'idoneità offensiva dell'oggetto, motivando adeguatamente tale giudizio sulla base delle concrete circostanze del caso. Ove manchi tale motivazione, la sentenza è affetta da vizio di illogicità e deve essere annullata con rinvio per un nuovo giudizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI TOMASSI Mariastefan - Presidente

Dott. MANCUSO Luigi - rel. Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

Dott. ALIFFI Francesco - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/06/2017 del TRIBUNALE di ASTI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott. LUIGI FABRIZIO MANCUSO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore, Dott.ssa DE MASELLIS MARIELLA, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 23.6.2017, il Tribunale di Asti, ritenuto il fatto di lieve entita&#…

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