Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10424 del 8 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:10424PEN

Massima

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Il giudizio sulla grossolanità del falso documentale è una questione di fatto, la cui valutazione da parte del giudice di merito non è censurabile in sede di legittimità, purché sia stata adeguatamente e logicamente motivata. Pertanto, il giudice di legittimità non può spingersi a verificare se la falsificazione fosse immediatamente percepibile, quando il giudice di merito abbia motivato in modo congruo sulla base degli accertamenti tecnici svolti. Inoltre, le doglianze relative alla proporzionalità della misura cautelare, se non sollevate nel giudizio di riesame, sono inammissibili in sede di ricorso per cassazione, in quanto il ricorrente ha l'onere di specificare le proprie censure per consentire al giudice di fornire risposte adeguate e complete, sulle quali la Corte di cassazione possa pronunciarsi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso la ordinanza del 10/10/2018 del Tribunale del riesame di Firenze;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ROMANO Michele;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa LORI Perla, che ha concluso chiedendo che sia dichiarata l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con l'ordinanza indicata in epigrafe il…

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