Cassazione penale Sez. V sentenza n. 54521 del 5 dicembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:54521PEN

Massima

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Il delitto di minaccia di cui all'art. 612 c.p. si configura quando la condotta dell'agente, valutata secondo un criterio medio e in relazione alle concrete circostanze del fatto, sia idonea a cagionare effetti intimidatori nel soggetto passivo, a prescindere dall'effettiva realizzazione del male prospettato e dall'intenzione dell'agente di tradurlo in atto. Ai fini della sussistenza del reato, rileva unicamente la cosciente volontà di minacciare un male futuro e ingiusto, indipendentemente dal fine ultimo perseguito, essendo irrilevante che il male minacciato derivi dall'esercizio di una facoltà legittima, purché utilizzata per scopi diversi da quelli per cui è tipicamente preordinata dalla legge. L'ingiustizia del male minacciato, e quindi l'illiceità della condotta, non viene meno se non risulti ingiusto il motivo posto a base dell'azione criminosa, a meno che non appaiano legittimi tanto il male minacciato quanto il mezzo usato per l'intimidazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI GIUGLIANO IN CAMPANIA;
dalla parte civile (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 03/04/2017 del GIUDICE DI PACE di PROCIDA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. IRENE SCORDAMAGLIA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. GAETA PIETRO che ha concluso chiedendo l'ann…

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