Il fabbricato rurale edificato prima dell'entrata in vigore della legge n. 10/1977, anche se successivamente adibito ad uso residenziale da parte di soggetti non imprenditori agricoli, non configura un mutamento di destinazione d'uso giuridicamente rilevante ai fini dell'applicazione del contributo di costruzione. Ciò in quanto, per tali immobili, la normativa vigente all'epoca del loro impianto non prevedeva limitazioni soggettive circa i destinatari del titolo edilizio né l'assunzione di specifici impegni circa il mantenimento della destinazione agricola. Pertanto, il passaggio dall'utilizzo da parte dell'imprenditore agricolo all'utilizzo da parte di soggetti estranei all'attività agricola non determina un maggior carico urbanistico che possa giustificare l'applicazione del contributo di costruzione, non configurandosi in tal caso un mutamento di destinazione d'uso giuridicamente rilevante. L'amministrazione non può pertanto fondare la pretesa contributiva sulla mera classificazione catastale dell'immobile, dovendo invece valutare la concreta destinazione d'uso dell'edificio al momento del rilascio del titolo edilizio, senza considerare rilevante il successivo cambio soggettivo dell'utilizzatore.