Cassazione penale Sez. V sentenza n. 54943 del 27 dicembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:54943PEN

Massima

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Il dolo del reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) è integrato dalla volontà di porre in essere più condotte di minaccia e molestia, nella consapevolezza della loro idoneità a produrre uno degli eventi alternativamente previsti dalla norma incriminatrice e dell'abitualità del proprio agire, a prescindere dal movente che ha spinto l'agente a tenere tali condotte, essendo irrilevante che esse si manifestino nell'ambito o a cagione di un rapporto affettivo terminato o in altri contesti, come quello di un conflitto sorto a seguito della stipula di un contratto di compravendita immobiliare. Ai fini della determinazione della pena per il reato di atti persecutori, il giudice deve dare adeguata motivazione in ordine all'entità della sanzione inflitta, anche con riferimento agli aumenti per la continuazione, tenendo conto delle circostanze del caso concreto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. MORELLI F. - rel. Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 06/10/2015 della CORTE APPELLO di BOLOGNA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udito in PUBBLICA UDIENZA del 13/07/2016, la relazione svolta dal Consigliere Dr. FRANCESCA MORELLI;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. MARIA FRANCESCA LOY
che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Viene proposto ricorso avverso la sentenza della Corte d&#x…

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