Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 9501 del 27 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:9501PEN

Massima

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Il possesso di oggetti atti ad offendere, pur potendo avere una destinazione lecita, integra il reato di porto ingiustificato qualora non sia in rapporto di causalità con tale destinazione, come nel caso in cui l'oggetto sia stato utilizzato per la commissione di reati. Pertanto, il giudice di merito può ritenere sussistente il reato di porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere quando l'imputato sia stato trovato in possesso di un oggetto (come una forbice) che sia stato accertato essere stato utilizzato per la commissione di furti, anche in assenza di una specifica e univoca destinazione lecita dell'oggetto stesso. La motivazione che richiama tale utilizzo illecito dell'oggetto è dunque congrua e logica ai fini della pronuncia di condanna per il reato di porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA Pietro Antonio - Presidente

Dott. CIAMPI Francesco Mari - Consigliere

Dott. ESPOSITO Lucia - Consigliere

Dott. DOVERE Salvatore - rel. Consigliere

Dott. DELL'UTRI Marco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS), N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 6699/2011 pronunciata dalla Corte di Appello di Milano il 17/1/2012;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. Salvatore Dovere;

udite le conclusioni del P.G. Dott. Roberto Aniello, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte di Appello di Milano, con la sentenza indicata in epigrafe, ha confermato la condanna pronunciata nei confronti di (OMISSIS) dal Tribuna…

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