Cassazione penale Sez. II sentenza n. 18184 del 13 maggio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:18184PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando l'agente, mediante minacce, costringe la vittima a consegnare ingiusti profitti, anche se questi coincidono con gli interessi usurari derivanti da un precedente prestito illecito. Ai fini del risarcimento del danno civile, è irrilevante che l'imputato non sia stato condannato anche per il reato di usura, in quanto il profitto dell'estorsione coincide con quello dell'usura. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione delle prove, e il sindacato della Corte di Cassazione è limitato alla verifica della logicità e plausibilità della motivazione, senza poter sostituire la propria valutazione a quella del giudice di fatto. Il ricorso per Cassazione non può essere utilizzato per una mera riproposizione dei motivi di merito già esaminati dai giudici di appello.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA Pietro - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

avv. Lancione Angelo del foro di Teramo nell'interesse di Lu. Ga. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Milano, 3 sezione penale, in data 11/6/2007;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal Consigliere Dr. Domenico Gallo;

Udita la requisitoria del sostituto Procuratore Generale, Dr. Oscar Cedrangolo, il quale ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore, avv. Corone Fabiani Ach…

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