Il Comune, nell'esercizio dei propri poteri di amministrazione attiva, può approvare progetti esecutivi di modifica della viabilità pubblica, anche in assenza di una preventiva comunicazione dell'avvio del procedimento ai privati interessati, qualora ciò si renda necessario per ragioni di sicurezza stradale, in particolare per eliminare situazioni di pericolo per pedoni, ciclisti e automobilisti, accertate dagli organi competenti. In tali casi, il Comune non è tenuto a interpellare preventivamente i confinanti, essendo difficile valutare l'impatto concreto del provvedimento sui loro interessi economici, e la mancata comunicazione dell'avvio del procedimento non comporta l'illegittimità del provvedimento finale, qualora il suo contenuto dispositivo non avrebbe potuto essere diverso da quello adottato. Inoltre, l'approvazione di progetti esecutivi di opere pubbliche, come la modifica di un tracciato stradale, rientra nella competenza della Giunta comunale, ai sensi dell'art. 28 del Testo Unico dell'ordinamento dei comuni, e non in quella del Sindaco, essendo sufficiente che l'amministrazione abbia svolto un'adeguata istruttoria, coinvolgendo gli uffici competenti, per giustificare la scelta operata. Infine, il giudice amministrativo non può sindacare nel merito le scelte discrezionali dell'amministrazione in materia di viabilità, se non in caso di manifesta illogicità o irragionevolezza, dovendo prevalere, nel bilanciamento degli interessi, le esigenze di sicurezza stradale rispetto agli interessi economici dei privati.