Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 4393 del 4 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:4393PEN

Massima

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Il diritto di riunione e manifestazione del pensiero, costituzionalmente garantiti dagli articoli 17 e 21 della Costituzione, non possono essere esercitati in modo da ledere altri interessi parimenti tutelati, come il regolare funzionamento della pubblica amministrazione. Pertanto, l'occupazione di un edificio pubblico che impedisca agli impiegati di accedervi e svolgere il proprio lavoro, determinando l'interruzione dei servizi comunali, integra il reato di interruzione di pubblico servizio di cui all'articolo 340 del codice penale, non potendo essere giustificata né dal consenso tacito della pubblica amministrazione per il mancato intervento delle forze dell'ordine, né dallo stato di necessità derivante dal rischio di perdita del lavoro. La valutazione della prova ai fini dell'identificazione dell'imputato rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il cui apprezzamento è insindacabile in sede di legittimità, ove la motivazione risulti esaustiva e immune da vizi logici o giuridici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo Presidente del 12/01/2 -

Dott. MILO Nicola Consigliere SENTE -

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. rel. Consigliere N. -

Dott. CORTESE Arturo Consigliere REGISTRO GENER -

Dott. CITTERIO Carlo Consigliere N. 25757/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) LA. PA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 944/2007 CORTE APPELLO di CATANZARO, del 12/02/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 12/01/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAMENDOLA Francesco Paolo;

Udito il Procuratore Generale in perdona del Dott. GALASSO Aurelio c…

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