Il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, anche se commesso in concorso con altri soggetti non identificati, costituisce reato continuato quando le condotte illecite sono riconducibili a un medesimo disegno criminoso unitario, anche se realizzato attraverso più episodi distinti. Tuttavia, l'evento morte conseguente al naufragio dell'imbarcazione non può essere ricondotto al solo reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, quando l'imputato abbia posto in essere ulteriori condotte autonome e distinte, come l'arresto volontario dell'imbarcazione a distanza dalla costa, l'eliminazione del telefono e l'accensione del fuoco a bordo, che hanno determinato il panico tra i migranti e il conseguente ribaltamento e affondamento del natante. In tali casi, l'evento morte non può essere considerato conseguenza non voluta del reato di favoreggiamento, ma deve essere ricondotto a un autonomo titolo di reato, non suscettibile di essere unificato con il precedente in forza del concorso formale, in assenza del requisito di contestualità degli atti e di unitarietà del fine, obiettivamente apprezzato e perseguito in funzione del relativo finalismo dell'agire.