Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10158 del 4 marzo 2013

ECLI:IT:CASS:2013:10158PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare di cui all'art. 274, lett. c), c.p.p., può essere desunto dalla gravità e sistematicità delle condotte delittuose pregresse, espressive di una spiccata pericolosità sociale e di una consolidata capacità organizzativa dell'indagato, anche in assenza di nuovi episodi criminosi successivi all'applicazione della misura cautelare, purché tali elementi concreti e attuali siano adeguatamente motivati dal giudice. La revoca di concessioni o il sequestro di beni non escludono necessariamente il pericolo di reiterazione, ove risulti che l'indagato possa comunque disporre di mezzi e collegamenti utili alla prosecuzione dell'attività illecita. La valutazione della pericolosità deve essere ancorata a dati oggettivi e non può fondarsi su meri elementi congetturali o sulla sola circostanza che precedenti reati siano andati esenti da sanzione per intervenuta prescrizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CARCANO Domeni - rel. Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 238/2012 TRIB. LIBERTA' di TARANTO, del 06/07/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO CARCANO;

sentite le conclusioni del PG Dott. IACOVIELLO ((omissis)) per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) ha concluso per l'annullamento dell'ordinanza impugnata.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza 6 luglio 2012 il Tribunale di Taranto, in funzione …

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