Cassazione penale Sez. V sentenza n. 7573 del 19 febbraio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:7573PEN

Massima

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Il comportamento violento e coercitivo di un soggetto nei confronti del proprio convivente e della figlia minore, che costringe le vittime ad allontanarsi dalla loro abitazione, integra i reati di violenza privata, lesioni personali e maltrattamenti in famiglia, anche in assenza di una prova diretta della volontà di esercitare una costrizione, essendo sufficiente il riscontro delle dichiarazioni delle persone offese, dei referti medici e della situazione di fatto accertata dagli operanti. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dell'elemento psicologico del reato, non è tenuto a motivare in modo analitico il rigetto di ipotesi alternative, essendo sufficiente una motivazione logica e coerente che escluda ragionevolmente altre possibili ricostruzioni dei fatti. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche e della sospensione condizionale della pena, se non adeguatamente argomentato in sede di appello, non può essere oggetto di censura in cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia - Presidente

Dott. SCARLINI E. V. - rel. Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/11/2017 della CORTE APPELLO di SALERNO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott. ENRICO VITTORIO STANISLAO SCARLINI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore, Dott. EPIDENDIO TOMASO;
Il Proc. Gen. conclude per l'inammissibilita';
udito il difensore.
RITENUTO IN FATTO
1 - Con sentenza del 16 novembre 2017, la Corte di appello di Salern…

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