Cassazione penale Sez. III sentenza n. 39776 del 25 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:39776PEN

Massima

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L'utilizzo improprio e intenzionale dei dati personali di un soggetto, anche se non finalizzato alla diffusione o all'appropriazione indebita, integra il reato di trattamento illecito di dati personali, qualora abbia comportato un nocumento per la persona offesa, come l'avvio di indagini e l'insorgere di costi e disagi a suo carico. Tuttavia, ai fini della configurabilità del dolo specifico richiesto dalla norma, è necessario accertare se l'agente avesse piena consapevolezza della circostanza che il nome dell'effettivo utilizzatore non sarebbe stato rilevato dal gestore del servizio, oppure se abbia agito in modo da rassicurarsi circa l'immediata tracciabilità dello stesso. Pur in presenza di tali elementi, il reato può estinguersi per prescrizione, ferma restando la possibilità di confermare le statuizioni civili a carico dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

Dott. MARINI Luigi - rel. Consigliere

Dott. ORILIA Lorenzo - Consigliere

Dott. GRAZIOSI Chiara - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 9/2/2012 della Corte di appello di Genova, che ha confermato la sentenza con la quale in data 7/6/2010 il Tribunale di Savona ha condannato il sig. (OMISSIS), previa concessione delle circostanze attenuanti generiche, alla pena di 4 mesi di reclusione perche' colpevole del reato previsto dal Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196, articoli 23 e 167 commesso in danno di (OMISSIS) e accertato il (OMISSIS);

visti gli atti, il provve…

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