Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: Il giudice di legittimità, nell'esaminare un ricorso per cassazione, deve dichiarare inammissibile il ricorso che non rispetta i requisiti di forma e di contenuto prescritti dalla legge, in particolare l'obbligo di formulare in modo chiaro e specifico i quesiti di diritto per i motivi fondati su vizi di violazione di norme giuridiche, nonché l'obbligo di indicare in modo sintetico e riassuntivo gli elementi essenziali per la valutazione del vizio di motivazione denunciato. Tali requisiti, introdotti dal d.lgs. n. 40/2006 e confermati dalla successiva l. n. 69/2009, sono richiesti a pena di inammissibilità del ricorso, in quanto finalizzati a consentire un esame immediato e puntuale delle questioni di diritto sollevate, senza rimettere all'attività interpretativa della Corte di cassazione l'individuazione degli specifici profili di censura. Il mancato rispetto di tali prescrizioni formali, che non possono essere superati attraverso un'interpretazione estensiva o analogica, comporta pertanto la declaratoria di inammissibilità del ricorso, con conseguente condanna del ricorrente soccombente al pagamento delle spese del giudizio di legittimità.