Il mancato rinnovo dell'autorizzazione ministeriale alla distribuzione all'ingrosso di medicinali contenenti sostanze stupefacenti o psicotrope, pur non costituendo di per sé un presupposto necessario per l'esercizio dell'attività di commercializzazione all'ingrosso di farmaci ordinari, determina l'obbligo per l'autorità sanitaria territorialmente competente di inibire l'intera attività di distribuzione all'ingrosso svolta dall'impresa, in quanto il distributore all'ingrosso è tenuto per legge a detenere anche i medicinali di cui alla tabella 2 allegata alla Farmacopea ufficiale della Repubblica italiana, che includono quelli contenenti sostanze stupefacenti e psicotrope. Pertanto, il danno economico subito dall'impresa a causa della sospensione dell'attività di commercializzazione all'ingrosso di farmaci ordinari è causalmente riconducibile al provvedimento di diniego del rinnovo dell'autorizzazione ministeriale, adottato in violazione della normativa vigente e in assenza di una adeguata istruttoria, integrando così gli estremi della responsabilità aquiliana della pubblica amministrazione ai sensi dell'art. 2043 c.c. per colpa e ingiustizia del danno.