Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 40813 del 13 settembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:40813PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, sollecita la dazione o la promessa di denaro o altra utilità da un privato, senza esercitare pressioni o suggestioni che tendano a piegare o persuadere il soggetto privato, ma prospettandogli su basi paritarie un semplice scambio di favori, integra il reato di istigazione alla corruzione attiva di cui all'art. 322, commi 3 e 4, c.p. Tale condotta si distingue dalla fattispecie di induzione indebita a dare o promettere utilità di cui all'art. 319-quater c.p., in quanto quest'ultima presuppone che il pubblico ufficiale abusi della sua qualità o dei suoi poteri ponendo il privato in uno stato di soggezione, avanzando una richiesta perentoria, ripetuta e con maggiore pressione psicologica rispetto alla mera sollecitazione. Pertanto, la semplice richiesta di denaro o altra utilità formulata dal pubblico ufficiale al privato, senza esercitare abusi o pressioni, integra il reato di istigazione alla corruzione attiva, in quanto si concretizza in una proposta di scambio di favori su basi paritarie, in assenza di minacce o indebiti condizionamenti. La valutazione della condotta deve essere effettuata sulla base delle circostanze del caso concreto, tenendo conto della qualità del soggetto agente, delle modalità della richiesta, del contesto in cui essa si inserisce e dell'assenza di abusi o pressioni indebite nei confronti del privato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

Dott. VIGNA Maria - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/11/2016 della CORTE APPELLO di FIRENZE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa VIGNA MARIA SABINA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. VIOLA ALFREDO POMPEO che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata, la Corte di appello di Firenze ha confermato la sentenza emes…

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