La responsabilità della pubblica amministrazione per fatti illeciti dei suoi dipendenti sorge dalla violazione di regole dell'ordinamento commessa nell'operato dei suoi agenti, allorché questo sia preordinato alla realizzazione dei fini istituzionali dell'ente pubblico, che non vanno considerati in apicibus, ma nella complessità degli atti e dei comportamenti intermedi.Pertanto, una volta accertato il carattere strumentale del comportamento dell'agente, il nesso di occasionalità necessaria, ritenuto sussistente tra l'attività del dipendente e le incombenze affidategli, non esclude la riferibilità dell'evento alla pa, anche se nelle operazioni intermedie il dipendente commetta abusi di potere o violazioni di ordini di servizio, purché gli uni e le altre, sia pure in maniera anomala, siano connesse alla realizzazione dei fini istituzionali. (Fattispecie in cui la corte suprema ha ritenuto sussistere la responsabilità diretta del ministero della difesa-esercito per lesioni colpose cagionate in una caserma, ove era ospitato un carabiniere ausiliario, che, scaricando la pistola di ordinanza, accidentalmente faceva partire un colpo che attingeva un commilitone, in violazione della disposizione che fa divieto di tenere l'arma carica nella camerata). (Per una fattispecie analoga v mass n 133138, anno 1976).