Il ricorso proposto da una struttura sanitaria privata accreditata per l'annullamento di atti relativi all'acquisto di prestazioni specialistiche ambulatoriali di fisioterapia da parte dell'azienda sanitaria locale è dichiarato improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse, in quanto la ricorrente ha rinunciato alla decisione della causa prima dell'udienza pubblica. Tale pronuncia di improcedibilità comporta la compensazione integrale delle spese di giudizio tra le parti, in considerazione della definizione in rito della controversia. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che il venir meno dell'interesse della parte ricorrente a ottenere una pronuncia di merito sul ricorso proposto determina l'improcedibilità dello stesso, con conseguente compensazione delle spese di giudizio, in quanto la definizione della controversia avviene in rito e non nel merito. La massima evidenzia come il sopravvenuto difetto di interesse della parte sia causa ostativa alla prosecuzione del giudizio, indipendentemente dalla fondatezza o meno delle ragioni dedotte nel ricorso originario.