Il sequestro preventivo di beni mobili ed immobili può essere legittimamente disposto quando sussistono gravi indizi di reato e il loro valore risulta sproporzionato rispetto alla situazione reddituale e patrimoniale degli indagati, in assenza di idonea documentazione giustificativa. In particolare, il fumus del reato di cui all'art. 512-bis c.p. (trasferimento fraudolento di valori) può ritenersi integrato quando l'atto di cessione di un bene di rilevante valore economico risulti coincidente temporalmente con l'esecuzione di decreti di perquisizione, denotando una finalità elusiva di possibili provvedimenti di prevenzione a carico dell'indagato. Il provvedimento di sequestro preventivo, emesso ai sensi dell'art. 321 c.p.p., è sindacabile in sede di legittimità solo per violazione di legge, non per vizi di motivazione, salvo che questa risulti del tutto assente o priva dei requisiti minimi di coerenza, completezza e ragionevolezza.