Il Sindaco, nell'esercizio del potere di disciplina e di assetto del territorio, può adottare provvedimenti di regolamentazione della circolazione stradale all'interno del centro urbano, anche in attuazione di un atto di indirizzo del Consiglio comunale, senza che tali scelte discrezionali siano censurabili nel merito dal Giudice amministrativo, purché siano state adottate secondo criteri di ragionevolezza e proporzionalità e sulla base di un'adeguata istruttoria, che tenga conto degli effetti del traffico sulla sicurezza della circolazione, sulla salute, sull'ordine pubblico, sul patrimonio ambientale e culturale e sul territorio. Tali provvedimenti, aventi valenza di atti regolamentari e non di mera gestione, rientrano nella competenza del Sindaco, ai sensi dell'art. 7, comma 9, del Codice della Strada, e non in quella del Funzionario del IV settore, anche quando intervengono su delibera del Consiglio comunale, in quanto attengono alla disciplina e all'assetto del territorio, e non alla mera gestione della circolazione stradale. La mancata acquisizione del parere del proprietario dell'arteria stradale, previsto dall'art. 7, comma 8, del Codice della Strada, integra una mera irregolarità, e non un vizio di legittimità del provvedimento, che non impone un divieto di accesso generalizzato all'interno del Comune, ma una regolamentazione della circolazione dei mezzi.