Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 27651 del 11 luglio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:27651PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria posizione e dei poteri connessi all'ufficio ricoperto, si adopera per favorire indebitamente un determinato soggetto privato nell'ambito di una procedura di gara pubblica, compiendo una serie di condotte preordinate a tale scopo, quali la comunicazione anticipata di informazioni riservate, la nomina di un componente della commissione aggiudicatrice su indicazione del privato interessato, l'imposizione di modifiche ai tempi e alle modalità di svolgimento della gara, nonché il sistematico aggiornamento del medesimo privato sull'andamento della procedura, integra il reato di turbata libertà degli incanti, in quanto tali azioni, pur non avendo impedito l'effettiva attribuzione dell'appalto ad un concorrente diverso da quello favorito, sono comunque idonee a ledere il bene giuridico tutelato dalla norma, ossia l'interesse pubblico alla libera concorrenza e alla massimizzazione delle offerte. Inoltre, ove il pubblico ufficiale abbia ottenuto, in corrispettivo di tali favoritismi, l'assunzione di personale da lui indicato presso le aziende del privato beneficiato, tale condotta può integrare il reato di corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio, in quanto la dazione dell'indebita utilità risulta funzionale al compimento di atti in violazione dei doveri inerenti all'esercizio della funzione pubblica, anche qualora l'atto amministrativo finale non si discosti dall'interesse pubblico. Tuttavia, ai fini della valutazione delle esigenze cautelari, la mera prospettazione di aspirazioni a più elevati incarichi politici da parte dell'indagato, in assenza di elementi concreti e specifici circa la concreta possibilità di realizzazione di tali ambizioni, non è sufficiente a giustificare il perdurante stato di restrizione della libertà personale, dovendosi procedere ad una motivazione più approfondita e attuale circa il concreto pericolo di reiterazione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. APRILE Ercole - Presidente

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. GALLUCCI Enrico - Consigliere

Dott. ((omissis)) - Consigliere-Rel.

Dott. DI NICOLA TRAVAGLINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da
Fi.Vi., nato a P (N) il (Omissis)
avverso la ordinanza del 29 gennaio 2024 del Tribunale di Napoli;
letti gli atti del procedimento, il ricorso e il provvedimento impugnato;
udita la relazione del consigliere ((omissis));
letta la requisitoria del Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilità del ricorso; letta la memoria con conclusioni scritte del difensore del ricorrente, avv. De.Lu., che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO…

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