Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La legittima difesa non può essere riconosciuta quando l'imputato, pur avendo reagito immediatamente all'azione violenta della persona offesa, non si trovava in una situazione di pericolo effettivo e attuale per la propria incolumità, in quanto la reazione dell'imputato, consistita in un colpo con un oggetto contundente, è risultata sproporzionata rispetto all'aggressione subita, la quale si era limitata a una manata che aveva causato solo la caduta degli occhiali dell'imputato. Pertanto, la reazione dell'imputato, pur essendo stata immediata, non può essere considerata una legittima difesa, in quanto non sussisteva un pericolo grave e attuale per la sua vita o incolumità fisica, ma è stata determinata da un moto d'ira conseguente all'azione ingiusta della persona offesa. Inoltre, la circostanza che la denuncia sporta dall'imputato nei confronti della persona offesa sia stata archiviata non comporta l'incompatibilità di quest'ultima ad assumere la veste di testimone, in quanto il provvedimento di archiviazione esclude la sussistenza di un procedimento connesso ai sensi dell'art. 12 c.p.p., comma 1, lett. c).