Il reato di falsa attestazione di generalità al pubblico ufficiale (art. 495 c.p.) si configura quando l'imputato fornisce false informazioni sulla propria identità personale, compresa la data di nascita, al fine di garantire al pubblico ufficiale le proprie qualità soggettive, a differenza del meno grave reato di false dichiarazioni a un pubblico ufficiale (art. 496 c.p.) che ricorre quando le false attestazioni sono rese in risposta a specifiche domande del pubblico ufficiale. Il "giustificato motivo" per il porto fuori dall'abitazione di oggetti atti ad offendere, ai sensi della L. n. 110 del 1975, art. 4, comma 2, deve essere valutato con riferimento all'attualità e alla verificabilità immediata delle esigenze addotte dall'imputato, non essendo sufficiente la mera deduzione a posteriori di una generica attività lavorativa. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche può essere legittimamente fondato sulla valutazione negativa della personalità dell'imputato desunta dai suoi precedenti penali, anche quando tali precedenti non integrino il presupposto per l'applicazione della recidiva, in quanto espressivi di una pericolosità sociale non necessariamente coincidente con quella rilevante ai fini della recidiva.