Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10340 del 11 marzo 2015

ECLI:IT:CASS:2015:10340PEN

Massima

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La patologia psichiatrica sopravvenuta alla condanna non consente il ricorso alle misure alternative alla detenzione, quali il differimento della pena o la detenzione domiciliare, dovendo il condannato essere eventualmente sottoposto ad osservazione in ospedale psichiatrico giudiziario ai sensi dell'articolo 148 c.p., in quanto la giurisprudenza di legittimità esclude radicalmente il ricorso agli istituti di cui agli articoli 147 c.p. e 47-ter Ord. Pen. per le patologie psichiatriche. Tuttavia, prima di disporre il regime carcerario, il giudice è tenuto a verificare, attraverso una adeguata perizia, l'effettivo stato di salute del condannato, le terapie idonee e la compatibilità delle sue condizioni con il regime carcerario anche sotto l'aspetto dell'umana tollerabilità, nonché la necessità di un eventuale invio in osservazione presso un ospedale psichiatrico giudiziario. Il mero diniego di una misura alternativa non può dar luogo a riparazione per ingiusta detenzione, in assenza di una deduzione in tal senso da parte del condannato dopo la scarcerazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. DI TOMASSI Maria S. - rel. Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza emessa in data 13/06/2014 dal Tribunale di sorveglianza di Caltanissetta.

Visti gli atti, l'ordinanza impugnata, il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere M. Stefania Di Tomassi;

lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott. PINELLI Mario che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con l'ordinanza in epigr…

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