Cassazione penale Sez. II sentenza n. 24758 del 1 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:24758PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando l'agente, mediante violenza o minaccia, costringe la vittima a consegnare denaro o altre utilità, approfittando di un rapporto di soggezione psicologica o di una situazione di bisogno della stessa. La condotta estorsiva può realizzarsi attraverso più azioni esecutive, anche in tempi diversi, purché riconducibili a un medesimo disegno criminoso finalizzato all'ingiusto profitto. Il giudice di merito, nel valutare la prova, può fondare il proprio convincimento non solo sulle dichiarazioni della persona offesa, ma anche su altri elementi probatori, come documenti, testimonianze e referti medici, che confermino la dinamica dei fatti e le modalità della condotta violenta posta in essere dall'agente. La Corte di Cassazione, nel giudizio di legittimità, non può procedere a una nuova valutazione degli elementi di fatto, la cui disamina è riservata in via esclusiva al giudice di merito, purché la motivazione sia logica e giuridicamente corretta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. FIANDANESE Franco - rel. Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Gi. Ro. , n. a (OMESSO) il (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di Appello di Roma, in data 17 marzo 2009, di conferma della sentenza del G.U.P. del Tribunale di Roma, in data 16 gennaio 2008;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione svolta dal consigliere Dott. Franco Fiandanese;

Udito il pubblico ministero in persona del sostituto procuratore generale Dott. BAGLIONE Tindari, che ha concluso per l'inam…

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