Cassazione penale Sez. V sentenza n. 11636 del 14 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:11636PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni può essere legittimamente disposto quando sussiste il fumus commissi delicti e il periculum in mora, anche in assenza di una dimostrazione analitica del nesso di pertinenzialità tra i beni sequestrati e l'attività illecita contestata, purché risulti comunque accertato che i beni abbiano una derivazione diretta o indiretta dalla condotta criminosa, senza che sia necessario provare in modo puntuale la provenienza illecita di ciascuna singola posta patrimoniale. Il giudice può fondare il provvedimento cautelare reale su elementi indiziari gravi, precisi e concordanti, che consentano di ritenere verosimile il collegamento tra i beni e l'attività delittuosa, anche quando l'indagato sia un imprenditore, senza che sia necessario dimostrare che tutto il suo patrimonio sia frutto di attività illecite.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Consigliere

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) SP. GI. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 29/10/2007 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FUMO MAURIZIO;

udito il PG in persona del Sost. Proc. Gen. Dr. G. D'Angelo, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Nell'ambito del procedimento penale a carico di Sp. Gi., legale rappresentante del Fo. Cl. Sp. Be. srl, sottoposto a indagine con riferimento ai reati L.F., ex articoli…

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