Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 1088 del 13 gennaio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:1088PEN

Massima

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Il reato di abuso d'ufficio di cui all'art. 323 c.p. si configura quando il pubblico ufficiale, nell'esercizio delle sue funzioni, procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale e pone in essere una condotta ingiusta, in violazione di specifici doveri d'ufficio. L'ingiustizia del vantaggio e della condotta devono essere entrambe accertate, anche se non è necessaria la coincidenza temporale tra le due. L'ingiustizia della condotta può derivare dall'utilizzo improprio di informazioni e conoscenze acquisite in ragione della funzione pubblica, anche se l'attività privata non è stata svolta durante l'orario di servizio e non ha comportato l'uso di mezzi o risorse pubbliche. Ciò che rileva è l'illecita interferenza tra l'attività pubblica e quella privata, che finisce per risultare concretamente pregiudizievole per le indagini in corso o per gli interessi della pubblica amministrazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLIVA Bruno - Presidente

Dott. MANNINO ((omissis)) - Consigliere

Dott. GRAMENDOLA ((omissis)) - Consigliere

Dott. DOGLIOTTI Massimo - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. FR., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 11/12/2006 CORTE APPELLO di BOLOGNA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOGLIOTTI MASSIMO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SELVAGGI Eugenio, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Con ricorso per cassazione, in data …

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