La concessione del contributo per la ricostruzione o delocalizzazione di un'unità immobiliare distrutta da un evento calamitoso non presuppone l'esercizio di alcun potere discrezionale da parte dell'amministrazione, bensì l'accertamento di meri dati fattuali previsti dalla legge. Pertanto, la posizione giuridica del soggetto richiedente il contributo assume la configurazione di un diritto soggettivo patrimoniale, la cui cognizione spetta al giudice ordinario e non al giudice amministrativo. Ciò in quanto la normativa di riferimento, non lasciando all'amministrazione alcuna valutazione di tipo discrezionale, condiziona la fruibilità dei benefici contributivi esclusivamente alla sussistenza e/o ricognizione dei presupposti da essa stessa individuati. Di conseguenza, tutte le vicende relative all'utilizzo e alle modalità applicative dei contributi, compresa la loro delocalizzazione e il trasferimento del permesso di costruire, quando non vi siano impedimenti attinenti alla normativa urbanistica ed edilizia, rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario, al quale la controversia può essere riproposta ai sensi dell'art. 11 c.p.a.