Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 16153 del 17 aprile 2008

ECLI:IT:CASS:2008:16153PEN

Massima

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Le minacce rivolte da un privato a pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, pur rappresentando una reazione scomposta e incivile all'atto d'ufficio da questi posto in essere, non integrano il reato di violenza o resistenza a pubblico ufficiale di cui all'art. 336 c.p., ma vanno ricondotte nell'ambito del reato di minaccia semplice di cui all'art. 612 c.p., comma 1, e art. 61 c.p., n. 10, in quanto la condotta non è diretta a coartare la volontà dei pubblici ufficiali per costringerli a compiere un atto del proprio ufficio o per influire comunque su di esso, ma rappresenta una reazione istintiva ed incontrollata all'atto legittimo compiuto dai pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni. Tali reati, essendo perseguibili a querela, devono essere dichiarati estinti per difetto di querela della parte offesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. MANNINO ((omissis)) - Consigliere

Dott. AGRO' Antonio S. - Consigliere

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CO. DA., N. IL (OMESSO);

2) CO. FR., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 26/03/2007 CORTE APPELLO di MESSINA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. MILO NICOLA;

udito il P.G. in persona della Dr.ssa DE SANDRO ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso di Co. Fr. e per l'annull…

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