Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28089 del 26 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:28089PEN

Massima

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Il delitto di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. richiede la prova di una struttura organizzativa, seppur minima, funzionale alla realizzazione di una serie indeterminata di delitti, con la consapevolezza e la disponibilità dei singoli associati di operare per il perseguimento del programma criminoso comune. La partecipazione all'associazione può essere desunta da indicatori fattuali che dimostrino una stabile e organica compenetrazione dell'imputato con il tessuto organizzativo del sodalizio, in modo da implicare un ruolo dinamico e funzionale nell'esplicazione del quale egli "prende parte" al fenomeno associativo, rimanendo a disposizione dell'ente per il raggiungimento dei fini illeciti. Tuttavia, la mera commissione di reati-fine, pur essendo un elemento indiziante, non è di per sé sufficiente a provare la partecipazione all'associazione, dovendosi valutare complessivamente il contesto probatorio e le modalità di realizzazione dei singoli delitti. Inoltre, l'aggravante di cui all'art. 7 L. 203/1991 può trovare applicazione anche nei confronti di soggetti non organicamente inseriti in associazioni mafiose, purché sia accertato con rigore il ricorso al metodo mafioso, idoneo a esercitare una particolare coartazione psicologica sulle persone, in ragione delle modalità della condotta posta in essere, tali da evocare l'esistenza di consorterie amplificatrici della valenza criminale del reato commesso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 970/2012 TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA, del 09/11/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GERARDO SABEONE;

sentite le conclusioni del PG Dott. D'ANGELO Giovanni che ha chiesto il rigetto dei ricorsi.

RITENUTO IN FATTO

1. Il Tribunale del riesame di Reggio Calabria, con ordinanza dell'8 novembre …

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