Il contratto preliminare di cessione di quote sociali, validamente concluso tra le parti, impone ai venditori l'obbligo di trasferire la partecipazione sociale previo assolvimento delle pendenze fiscali della società, con conseguente legittima decurtazione dal prezzo di vendita degli importi dovuti all'Erario. La clausola contrattuale che prevede la ripartizione di eventuali sopravvenienze attive o passive relative a esercizi precedenti la cessione, a carico dei venditori, costituisce espressione del principio di buona fede contrattuale e di correttezza nell'esecuzione del contratto, imponendo ai promittenti venditori di adempiere integralmente agli obblighi fiscali della società prima del trasferimento della partecipazione. Pertanto, il giudice di merito è legittimato a ridurre l'importo del decreto ingiuntivo richiesto dai venditori dell'entità delle pendenze debitorie della società verso l'Erario, in applicazione della ripartizione convenzionalmente stabilita, senza che ciò integri una violazione dei canoni ermeneutici di cui agli artt. 1362 e ss. c.c. Inoltre, la compensazione delle spese processuali rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, in presenza di una soccombenza reciproca delle parti o di altri giusti motivi, senza che ciò possa essere censurato in sede di legittimità, salvo il rispetto del principio secondo cui le spese non possono essere poste a carico della parte totalmente vittoriosa.